sabato 29 novembre 2014

Appello di Salvini agli intellettuali: Fate Sintesi

Appello ( undeground) di Salvini agli intellettuali: Unitevi e fate una SINTESI 

bambini indaco, rivoluzionari, anarchici, intellettuali dissidenti...tutti uniti con Salvini per l'utopia?



Dopo aver constato che Renzi e gli esponenti della sinistra sono a favore della dittatura dell'impero europeo e che con la loro politica promuovono le lotte tra poveri, non resta che cercare i valori di solidarietà, mutualismo e reciproco sostegno...nella destra.

Ma, paradossalmente, ecco che dalle ceneri del centro-destra spunta Salvini, che , come afferma Fusaro, è più vicino al pensiero anti-capitalista di Marx rispetto ai politici che si definiscono "filo-comunisti".

 Il Capitano del " Fronte nazionale" si sta imponendo come rappresentante di valori di"sinistra" in un paese che oramai è ridotti in schiavitù dai politici manipolati dalle banche tedesche. Amico degli oppressi e dei lavoratori, sostenitore del federalismo e promotore della Sovranità Nazionale, Salvini sta abolendo il concetto di partito " della Lega" per creare ...un recipiente in cui unire tutti i dissidenti e gli oppositori al regime dell'Unione Europea.

Salvini, consapevole di dover oramai distruggere le etichette che per troppo tempo hanno tenuto separati gli individui simili ha deciso di bruciare una volta per tutte le bandiere che anzichè unire il popolo ...lo frammentano ancor di più.

Salvini, oramai, non è più il rappresentante di un partito bensì è il simbolo di un filone di pensiero...a cui fanno  capo sempre più intellettuati. Da Pietrangelo Buttafuoco a Massimo Fini, da Renato del Ponte a Fabrizio Fratus i ribelli di tutta italia si stanno coalizzando per creare qualcosa di mai visto prima: Un'unione sovrapartitica.


I giovani anarchici delle università che vogliono il comunitarismo e l'autogoverno delle regioni , i marxisti più svegli che vogliono liberarsi dalla dittatura delle grandi multinazionali americane ed  i militanti di casa-pound che voglio staccarsi dall'euro e riscoprire i valori " formali" di una volta nella visione salviniana trovano  terra fertile in cui piantare i propri semi.

" Il Talebano" è un giornale milanese che  offre una sintesi tra la destra e la sinistra. Da tempo, ad esempio, teorizza la necessità della moneta complementare. Quest'idea, in voga nei centri sociali come il macello e il leonkavallo, è stata sponsorizzata più volte anche dal candidato sindaco nazionalista  di Pavia Mauro Manfrinato. Il progetto verrà  concretizzato da gennaio 2015 grazie ad Andrea Gibelli ed Angelo Ciocca, della ex-Lega Nord.

Ed è proprio attorno a questo giornale, col sostegno della casa editrice Ritter e la simpatia di Generazione Identitaria,  che è nato il progetto " Sintesi", ossia una piazza in cui unire tutti gli intellettuali che sono stufi di vedere l'Italia annientata dalla sua stessa classe dirigente.Grazie al lavoro di Vincenzo Sofo e l’antropologo Fabrizio Fratus gli  intellettuali, i pensatori ed  rivoluzionari stufi della politica classica in “ Sintesi” possono trovar un luogo in cui unirsi e combattere assieme contro ai nemici comuni : L’Eurocrazia, la dittatura delle banche e la perdita della Sovranità Nazionale.

Se anche a te interessa questa visione della politica dall’”alto”, libera dalle sovrastrutture e dalle ipocrisie del governo, inizia a seguire il circolo rivoluzionario Sintesi!

 E ricorda: Salvini ci strizza l’occhio !

http://www.sintesi-reloaded.it/it/







sabato 15 novembre 2014

Elogio del Razzismo

Cari Fratelli, questo articolo è scritto da una ragazza che vuol fare della sua vita veicolo di Pace e Serenità.

 Il Mondo è saturo di menzogne e ipocrisia: Bisogna spogliarsi al più presto di tutti questi veleni! 
 L'Anima nostra è sulla terra per un solo ed unico motivo: Amare.
E, per fa ciò, bisogna liberarsi dai dogmi imposti dalla storia e dalla politica.

Le razze esistono,  e testimoniano la beltà con cui la Natura e l'Umanità sono riusciti a farsi strada  attraverso i duri millenni della storia. 


Come giovane donna sono orgogliosa  di essere, a guisa d'artisti e poeti, irrimediabilmente attratta dal bello e dall'ordine naturale delle cose.



Quando mi reco in montagna a contemplare le vertiginose alture ho piacere a vedervi conifere e betulle, e quando, in vacanza, siedo sugli scogli a rimirare il mare godo nel veder accanto a me palme e aranci.


La bellezza, come affermano i pitagorici, sta nel rigoroso ordine con cui la Natura pone le sue creazioni all'interno dello spazio e del tempo.


E la stessa cosa vale per il genere umano. Ad ogni ceppo etnico appartiene un dato territorio, e l'incrociarsi di queste due cose - la discendenza ed il territorio- danno luce ad un meraviglioso intreccio culturale rappresentato poi dalla Religione e dalla Tradizione.


Nel volto sorridente di ogni persona che incontrate per strada, bianca, nera, rossa o gialla che sia, vi è cantanto l'elogio alla natura e del progresso dell'umanità.


Nella punta del suo naso, nel colore della sua pelle, nella particolarità dei suoi capelli, nella forma dei suoi occhi vi sono incisi miliardi di anni di evoluzione e tradizione, il suo patrimonio genetico è una miniera di storie, fedi, credenze e tradizioni meravigliose che si sono unite nel fiorire ancestrale dell'Evoluzione.


Amare l'umanità, la più bella creazione del Signore - sempre ammesso che esista- vuol dire proprio onorare e glorificare la magnificenza delle diverse culture.


A riguardo consiglio di leggere " Il Mito del sangue" e " Sintesi della dottrina della Razza" di Evola.

Questi testi tessono un'elogio sulla differenza razziale e ne identificano due piani: Uno spirituale ed uno sociale. Nella "Sintesi della dottrina della Razza" è esposta un'analisi filosofica e politica dell'onesto riconoscere un ventaglio di differenti bellezze etniche. Il razzismo , che permette di sentirsi parte di un gruppo generandocosì un sentimento comunitario che affonda le sue radici nel suolo, è visto come mezzo con cui rafforzare l'amore e la fratellanza tra individui simili.

Il mondo è un prezioso mosaico di comunità, paesi, razze e popoli diversi, che vanno preservati nella loro bellezza . La globalizzazione muostruosa ha permesso che gli inglesi conquistassero le " Le Indie" e che con la forza estirpassero i Cheroki e le altre tribù di pelli rossa che vi vivevano...


Le migrazioni di massa sono un crimine aberrante contro all'umanità!

Eliminare un popolo ibridandolo con altre etnie è un olocausto, è il segnarne la morte!



Ed, in una società in cui l'uomo ha appreso a dominare la passioni più vili , a cavalcare la tigre, sarà finalmente possibile definirsi " razzisti per amore" senza destar le proteste di chi ipocritamente finge di non vedere le differenze che contraddistinguino le differenti ricchezze culturali e geografiche del pianeta. <3


Che la Pace , la Serenità e la Gioia possano sempre accompagnarvi


Un Abbraccio,

Ada Urmensch












Poesia- Dimora Artica

Dimora Artica-Luogo d’Origine

Dolce terra in cui mi son fatta grande,
altura, tra il Vedeggio e il Cassarate
Dimora Artica in cui il cor s’espande
Rinvigorita dalle lotte passate.

Bimba, ero cullata dalle betulle.
Poi, caddi tra ricci, cardi e rovi
e così l’animo mi si fece specchio:
Scosceso, come i Denti della Vecchia,
celeste, cheto, come il bel cielo
ch’esiste perchè voluto dal Ceresio.

Io son anarchica-
ed orfana di ragione;
M’avvalgo solo della Natura
per valutar ogni situazione:
Son il sangue degli avi ed il suolo
che fan di me una nativa pura.

L’Amor ch’esonda dai miei cari posti
fa’ di tutto il Ticino un paradiso:
Questa è la mia Terra non perchè l’ho scelta:
ma perchè il fortuito nascer me l'ha imposto.

Il mio sangue vien dalle fonti dei monti
del bel Malcantone e della val Colla.
Spremute di sassi dissetavan i morti
ch’erissero questa nostra tradizione.

L’Amor è un sentimento- può calare
La stirpe e la Terra- non possono crollare.





giovedì 13 novembre 2014

Il quarto reich anarchico- Un' Europa di regioni Autonome



Il vero volto dell'Europa:
la confederazione spinta all'estremismo

L'Assemblea delle Regioni d'Europa (ARE)  è una rete indipendente di regioni all’interno dell’Europa geografica. 

Essa rappresenta oltre 270 regioni appartenenti a 33 paesi differenti. L’ARE è un forum per la cooperazione  interregionale.

L’ARE è stato fondato nel 1985 nella provincia del Brabante Vallone, in Olanda. Inizialmente era composto da solo 47 regioni e 9 organizzazioni interregionali che sono andate poi aumentando.
Secondo l’Are, una regione deve godere di una propria (parziale) autonomia e dev’essere rappresentata da una propria politica, esercitata da un’assemblea regionale eletta democraticamente e direttamente.


L’ARE vuole:

·         Promuovere la modernizzazione e l'internazionalizzazione della governance regionale
·         Promuovere l'innovazione, la crescita e il lavoro nelle regioni europee
·         Affrontare le sfide poste dai cambiamenti demografici, dalla migrazione, dalla sanità e dall'esclusione sociale
·         Assicurare lo sviluppo sostenibile e lottare contro al degrado ambientale
·         Sviluppare la democrazia attraverso la diversità e promuovere la diversità nella cultura, nei media e nell'educazione


·         Creare un ambiente sicuro per i cittadini

mercoledì 12 novembre 2014

Elogio alla Divisa Scolastica

Elogio alle uniformi scolastiche

La divisa scolastica: Affetto, Senso d'Appartenenza e libertà


Fin dalle ere più remote della storia l’uomo  ha sempre mostrato il suo impegno per dare agli abiti, oltre che al valore estetico, un valore simbolico.
Le incisioni rupestri ritrovate nelle grotte preistoriche ed i video clip di Lady Gaga hanno una cosa in comune: Mostrano lo stretto rapporto che vi è tra il vestire e la propria posizione sociale e/o spirituale.

 Gli antichi Celti Leponzi , della regione Insubrica, amavano adornare il proprio  corpo con simboli celesti ed indossavano elmi dalle forme peculiari per caratterizzare la propria identità, esattamente come oggi certi giovani ragazzi amano farsi define “ Punk” “ intellettuali” “ Hipster” “ metallari” “ Skin heads” in virtù di un particolare modo di vestirsi. Negli adolescenti un segno d’appartenenza ad una determinata “filosofia” di vita può essere mostrata appunto portando creste o vestendosi con abiti  che ricalcano lo stile dei propri idoli musicali o politici, o, al contrario, facendo apposta ad indossare abiti discreti e semplici che contraddistinguono dall’orgia di colori che è la moda attuale.

Negli adulti il bisogno di tradurre le proprie posizioni in simboli vestiari od orpelli viene mantenuto: Un piccolo crocefisso al collo, una cravatta di marca,  le scarpe da basket o una cintura con delle edelweiss sono tutti simboli con cui un individuo afferma , seppur in modo minimo, il proprio IO  mediante la ricerca estetica .
La divisa dei poliziotti,il foulard degli scout, il velo delle suore e le tute sportive dei calciatori famosi, portati con orgoglio, sono uno strumento, anche un po’ ludico, tramite cui viene affermata drasticamente una propria scelta di vita e l’appartenenza ad un determinato gruppo. Allo stesso modo, anche la divisa scolastica può essere uno strumento con cui rafforzare , anche simbolicamente, la volontà nel concludere al meglio delle proprie facoltà la scuola frequentata.

Per i ragazzi, in particolar modo quelli delle scuole medie, indossare un'uniforme – col logo della propria sede ed il pin della propria classe- sarebbe davvero una bella opportunità per potersi contraddistinguere dagli altri babbani“ Che non sanno cosa vuol dire la fatica di studiare in quella scuola”.  Tramite la divisa scolastica è possibile affermare con determinazione , per  8 ore al giorno, la propria identità pubblica. Che poi nel privato i ragazzi amino indossare gli anfibi con la punta di ferro o le scarpe col tacco leopardate,  le bretelle o le minigonne, le t-shirt  colorate o le camice bon-ton ,  le felpe fluo o le gonne nere ben venga: La creatività dei giovani è sempre apprezzata ed, entro ai limiti dell’igiene , dell’amor proprio e della decenza, va anche incoraggiata.

L’idea di adottare un simbolo con cui contraddistinguere i nostri ragazzi nelle scuole pubbliche sarebbe, a parer mio,  davvero un ottimo modo per rafforzare il legame affettivo all’interno delle classi e delle singoli sedi. Inoltre l’adottare un abito identitario, come nel caso dello scoutismo, che in Ticino ha grande popolarità, verrebbe vissuto dai giovani intelligenti in modo in modo ludico, giocoso ed entusiasta, perchè non va a minare quella che è la vita privata degli individui e perchè darebbe anche la bellissima opportunità...di far prevalere la sostanza di ognuno sulla quella che invece è la forma. La divisa, oltre che un ruolo motivante ed identitario ed un’ottimo mezzo con cui apprendere l’ordine e la pulizia, sarebbe anche un’ottimo strumento con cui arginare la piaga del bullismo.

Quante volte accade, purtroppo, che un ragazzino solo perchè in grado di vestirsi più figo degli altri riesce per questo a conquistare un posto da leader in una classe? La divisa costringerebbe tutti a perdere il potere “estetico” che giocano sugli altri, costringendo poi i “ bulletti” ad imporsi sui compagni non più con lo stile del vestiario bensì mediante l’intelletto e le idee. In ogni caso, un leader carismatico, con o senza divisa, non perderebbe il suo statuto da capoclasse ed allo stesso modo chi è sicuro delle proprie posizioni e del proprio stile di vita non lascerà dipendere da due pezzi di stoffa la propria personalità. Quindi, chi maggiormente si lamenterà del dovere indossare una divisa, saranno proprio i ragazzi più deboli ed insicuri che avranno paura di veder svanire la propria persona dietro ad un simbolo.

Al fine quindi di promuovere la libertà di espressione dei ragazzi, mediante canali non solamente estetici,  si potrebbe pensare di rendere obbligatorio l’uso delle divise nelle scuole elementari ed in quelle medie.

Contro al giovanilismo

Diamo retta all’anarchico Robert Poulet: cessiamo, una volta per tutte, di sguazzare nell’illusione che la gioventù sia la parte più bella della vita. Durante la giovinezza l’individuo non è in grado di controllarsi ed è in balìa delle emozioni, schiavo delle passioni e della superbia. Solo con l’età adulta, dopo aver imparato a combattere i propri vizi e le pulsioni morbose, potrà dirsi finalmente libero. Dal sapore deliziosamente Kantiano, il saggio “Contro la gioventù” è un elogio all’autocontrollo ed allo “sforzo per diventare adulti” come strumenti per la realizzazione di sé.

Poulet, nato a Liegi nel 1893, imparò dai gesuiti l’arte dell’autocritica, e poi, come combattente durante la prima guerra mondiale – prima di dedicarsi al cinema – imparò l’importanza della lotta. Nel suo libro questi elementi – uno passivo, d’indagine di se stessi e l’altro attivo, di azione nel mondo – conducono ad una tesi che non si confà per nulla alla nostra società. In un’Italia imbambolata da Renzi, presa a calci dagli stipendi dei calciatori ventenni ed acciecata dai seni di modelle e cantanti poco più che minorenni sostenere che i giovani siano una vile masnada di lemmings può apparire anacronistico. Invece è più attuale di sempre: mai come oggi la gente si rincitrullisce con le selfies – vetrine in sui esporre la propria carne o le proprie prodezze – e con le vanterie più trash(scusate il neologismo) che ci si potrebbe immaginare.


Oggigiorno, agli albori dell’era cibernetica – ancor più che nel 1934, anno in cui uscì quest’opera illuminante – è necessario parlare di antigiovanilismo. Come afferma Poulet, l’infante e l’adolescente sono succubi dei loro vizi e capricci, e perdipiù non possiedono la capacità di discernere il giusto dall’edonismo. Spesso, nel caso degli idealisti più illusi ed ingenui, la filantropia muta in uno sperpero d’amore verso ai parassiti più immeritevoli che mira solamente a rafforzare l’immagine di “personaggio” che il giovane vuol intepretare. Perchè , come afferma l’arguto pensatore, i giovani , oltre che ingenui e superbi, sono sempre impegnati ad imitare modelli fittizi e a giocare ruoli che non appartengono loro. Istrionici e vanagloriosi ” gli efebi e le pulzelle”, i cui difetti – narcisismo, mancanza di pudore, incontinenza, ubriachezza, lussuria ed eccessi – sono elogiati da MTV o in Facebook come se fossero dei modelli da ammirare o invidiare. Ciò che una volta era vizio, ora è lodato dalle masse come virtù.


Questo bellissimo libro rivoluzionario non è però una becera critica all’età della spensieratezza: È, anzi, un trarne elogio in quanto è proprio essa che permette di compiere lo sforzo del diventare adulti. L’uomo, riuscendo ad arginare gli egoismi e a distaccarsi dalla frenesia di stare continuamente al centro dell’attenzione – atteggiamento caratteristico dei bambini – può finalmente dirsi vittorioso. Si, perchè riuscire finalmente a dominare i propri impulsi più bassi ed adoperare la forza per seguire ciò che vienre ritenuto giusto la ragione , e non ciò che il sentimento o la voluttà indicano essere il bene, è una battaglia durissima. E, per citare Léon Degrelle in Militia, “ non vi è vincita senza fatica”.


Presso tutte le società, eccetto la nostra occidentale, i giovani sono visti con disprezzo proprio per via della difficoltà che mostrano nel discernere l’amore dalla passione ed il capriccio dalla necessità. La nostra epoca , sfregiata dal lassismo famigliare, sta degenerando all’eccesso. I genitori anzichè educare i figli con una sana sberla, com’è esortato nella Bibbia, non fanno che viziarli ed acconsentire ad ogni loro piagnucolìo, rendendoli ancora più deboli. Ciò è causa del decadimento dell’intera società, anche sul piano economico e politico, perchè l’individuo, sentendosi oggetto d’amore incondizionato a prescindere dalla sue azioni, non impara il significato di “meritocrazia”. Un bambino deve sapere che non è vero che i genitori lo amano a priori solo perchè è uscito dalle loro gonadi. Se un giovane si comporta da pezzente, si droga, non lavora, può benissimo venir abbandonato. Ed è giusto così. Neanche l’amore materno deve essere presunto come gratuito, cosa che invece oggi è data per scontata.

I nonni non possono pretendere di vedersi curare da giovani che fin da piccoli hanno educato a credere di essere speciali, unici ed al centro del mondo. È evidente che il rapporto educativo che una coppia di genitori ha nei confronti di un un paio di bambini – trattati a guisa di divinità imberbi sulla terra – è ben diverso da quello di una famiglia che conta una decina di figli. Se una volta i genitori erano troppo staccati dai bambini, attualmente, come è ben spiegato nel capitolo “Gioventù d’oggi” vi è l’opposta tendenza ad elogiarli allo stremo e far tutto per loro. Senza nulla in cambio. L’idea che i genitori debbano amore incondizionato nei confronti dei bambini è una credenza fallace dell’era postmoderna, che si sposa bene con l’idea capitalista del comprare sempre più merce inutile.

Dalle pagine di Robert Poulet si riesce ad intendere che l’Anarchia , ossia la capacità di auregolarsi ponendosi da soli i propri limiti, scegliendo individualmente di sottostare all’imperativo categorico Kantiano, può aver luogo solo nell’individuo adulto che ha già compiuto lo sforzo di maturare. La dimostrazione che l’indisciplinato acconsentire ad ogni vizio e capriccio è causa di abberranti comportamenti, nota Poulet, ci è data dal metodo pedagogico del filosofo americano Dewey: i bambini da lui allevati, alle quali non veniva imposta la minima regola , “affinchè le costrizioni non intacchino la loro personalità” si ritrovavano a razzolare e a comportarsi come galline in un pollaio e nell’età adulta non riuscivano a liberarsi da questo stato di minorità caratteriale data loro dall’indisciplina.


Vedendo oggi quei ragazzi, imbruttiti ed inselvatichiti da un’educazione troppo permissiva non resta che chiedersi se, forse, il 1968 con le sue presunte “libertà” non sia invece stato l’anno della condanna della nostra razza. Il precetto biblico “Onora il padre e la madre” ha la funzione, a lungo termine, di salvare antropologicamente una civiltà. Il testo sopracitato , che già settant’anni fa guardava con diffidenza all’elogio massmediatico della gioventù, affermando che una una cultura “pubocentrica” avrebbe avuto come conseguenza l’indebolimento della civiltà occidentale, oggi risulta essere stato profetico. Citando Papini, si può diagnosticare di essere irrimediabilmente decaduti in una società in cui vige la pedocrazia.


Forse, l’Isis sta diventando così forte proprio perchè offre ai giovani una cosa che noi abbiamo smarrito: valori forti, tradizioni, principi, rispetto degli anziani e regole salde a cui aggrapparsi.

Poi, una volta che queste forme saranno diventate il contenuto dell’individuo, si potrà essere veramente anarchici, individualisti e liberi. Non dovere più niente a nessuno. E trovare nella compostezza dell’anziano molta più gioia che nel caos dell’infante.

Liliane Tami

mercoledì 5 novembre 2014

Politica, individuale e metodologica: La triplice radice anarchica

 Elogio dell’Anarchia
Anarchia è, innanzitutto, un concetto plurisemantico in quanto esso si dirama in svariati campi della conoscenza. Il termine anarchia, come vedremo, s’estende  in tre ambiti, in ognuno dei quali assume forme radicalmente differenti.
 Le tre vie dell'Anarchia sono: quella esteriore
 ( sociale-politico), quella interiore (psichico-spirituale) ed in fine in quella metodologico-scientifica. Una  data declinazione può sussistere indipendentemente dalle altre due.

L’anarchia come utopia
Tale termine fu originariamente coniato per indicare una condizione di autogoverno dei cittadini che si opponesse ai totalitarismi delle grandi monarchie. L’anarchia, rifiutando i governi centralizzati ed ogni forma di autorità che s’impongono brutalmente sulle masse, è di fatto una democrazia estremizzata.  Altro termine per indicare questo concetto di autodeterminazione degli individui e dei popoli  è “ acrazia”, che etimologicamente significa “assenza di potere”. Questo categorico rifiuto da parte degli anarchici di accettare ogni forma di governo venente dall’alto li rende affini a Thomas Jefferson, padre della costituzione americana. Egli , infatti, arringò la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti il 4 luglio del 1776, promuovendo una Repubblica Federale basata sull’autogoverno, sull’indipendenza e, soprattutto, sulla dignità di ogni cittadino di poter partecipare alle sorti del proprio paese mediante il diritto di voto. Come il padre degli USA, che ora piange in tomba vedendo Obama, anche l’Anarchico accetta il modello democratico del parlamento e del sistema rappresentativo. Ed, esattamente come lui, afferma che “ l’Albero della libertà ha bisogno, a volte, d’esser innaffiato col sangue dei tiranni.”  Questo cardine della Costituzione Americana, è espresso ed argomentato in una lettera inviata a William Steven Smith in seguito alla rivoluzione dei  lavoratori oppressi del Massachusets nel 1786 . Di fatto, è la legittimazione dell’insurrezione violenta. Le armi sono utili al fine di detronare quegli individui che, abusando della loro posizione da rappresentanti del popolo, rafforzano allo stremo il governo parlamentare imponendo così un’élite di oppressori camuffati da democratici. 

Un recente ed illuminante testo, assai somigliante alla Costituzione Americana, è, paradossalmente, il Libro verde di Gheddafi. Nei primi capitoli vi è illustrata una forma di autogoverno dei popoli che , per certi versi, si avvicina molto alle teorie di governo dei democratici delle Polis Greche. Empedocle era così anarchico che, quando gli venne proposto il governo assoluto della città lo rifiutò, in quanto a detta sua tutti dovevano avere il diritto di prendervi parte.  L’apologia delle città-stato democratiche ed alle nuove tesi  anarco-municipaliste che spopolano in internet trovano appoggio nei testi di Charles Fourier. Questo filosofo illuminsta teorizzava l’organizzazione burocratica ed economica delle persone in “falangi” di dimensioni ridotte, affinchè le loro tasse, i loro voti e le loro ricchezze non venissero disperse in un regno troppo grandi da gestire. Ovviamente, come ben ribadisce il buon Vecchio Marx Stirner, padre di tutti gli anarchici, nelle comuni autogestite la forma giuridica dominante è la proprietà privata. La casa, il proprio dolce nido, a detta sua, è legittimo difenderla anche a costo di versar il sangue del ladro che tenta di penetrarvi. Inoltre, un sistema di gestione anarchico non include l’assenza di leggi in quanto esse non sono esercizi di potere bensì semplice strumenti di coordinazione.

 L’anarchico rifiuta radicalmente le leggi emesse da un’organo parlamentare che ha smesso di rappresentare il popolo.  In extremis, gli unici modi per ripulire ed igienizzare una politica democratica imputridita son due: L’insurrezione violenta, che porta ad un caos atto a ricostituire un’altro sistema anarco-democratico, o la legittima presa di potere da parte di un monarca  illuminato (più anarchico di tutti gli altri)  che si impone come unico “ al di sopra di tutte le leggi”.

L’Anarchia come sfrenata esasperazione dell’Io
In seguito, vi è l’Anarchia intesa come non più come sistema di organizzazione di una collettività ma come forma-mentis.  L’anarchia esteriore esplicata in precedenza è radicalmente diversa dall’Anarchia interiore del Rivoluzionario. A riguardo nel saggio “ Trattato del Ribelle” di Ernst Jünger vi troviamo la sua emblematica rappresentazione. Il Waldgänger, ossia l’uomo che s’oppone al sistema, colui che è in minoranza e quindi costretto a dover lottare per far valere il suo dissenso, è l’individuo eletto in grado di attingere da solo alle fonti più profonde della moralità. Costretto  vagar da solo nella giungla del sistema, trattatoa  guisa d’un brigante, il Waldgänger è anche  Dandy: Personaggio ed anima in eterna ricerca della propria individualità ed artefice del proprio destino,  è consapevole d’essere attore di una farsa ma esige esserne anche il regista. L’Anarchia come forma-mentis, all’opposto di quella politica che mira al buon governo delle genti soddisfandone il più possibile, essendo individualismo allo stato puro, è radicalmente antidemocratica. Come dichiara Jünger il Ribelle è quell’Unico che vota nero quando tutti votano bianco e che, grazie al suo carisma, insegnerà alla mandria di pecore a farsi lupi. L’Individualista è colui che alla democrazia preferisce i totalitarismi in quanto esasperazione della meritocrazia e della Libertà di scelta del singolo.  Quale Anarchico, sotto sotto, non ha mai  sognato di assurgere al ruolo di nuovo Napoleone?

 In lui il senso di estraneità dalla massa è tale da portarlo a volerla dominare, ed , evidentemente, all’immensa offesa dell’appartenere alla mediocrità del popolino preferisce la morte. L’Anarchico individualista è paragonabile al genio , che vive nel creato e si fa creatore di cose nuove. Questo suo esser creati e creatore lo rende, inevitabilmente, un anti-cristo, un nemico di Dio, in quanto in lui vi percepisce un avversario ed un concorrente che però non potrà mai superare. Il Super-uomo Nietzscheano, nei suoi eccessi di superbia pretende di essere superiore alle  leggi e di non averne più bisogno. Di fatto, si autolegittima ad infrangerle e a proporne di nuove. 
 La morale pubblica non serve più per comprendere quale sia il proprio l’Imperativo Categorico Kantiano. Avvalendosi del paradosso l’Anarcha , eremita e trascinatore di folle, può assurgere a Santo Redentore ed al contempo a terrorista golpista, senza per questo cadere in contraddizione con sè stesso. Eroe e mostro al contempo, folle e saggio in cui convivono ascetismo e perversione, l’Anarchico Individualista ha sfondato tutte le categorie comprensibili alla ragione e nel mondo del fenomeno non ha più alcun limite, essendo sovrano assoluto in quello del noumeno. È per questo che, inevitabilmente, l’individualista che  si spinge allo stremo, esigendo  di essere appieno artefice del proprio destino, ambirà sempre a staccarsi dalle masse per poterle poi indirizzare verso al suo ideale di bene. Se per Anarchico si intende colui che è al di sopra del governo e che lui stesso si preoccupa di emanar le leggi, allora, esso coinciderà con la figura dell'Imperatore.

A riguardo, come afferma Robert Poulet nel suo saggio “ Contro al giovanilismo”, l’Anarchico nella sua interiorità emana una libertà tale da non aver più bisogno di manifestarla negli eccessi e nei vizi voluti dal corpo. Dopo essersi liberato persino dai bisogni della propria carne e dagli impulsi più bestiali della natura, l’Anarca, anche se imprigionato in una trincea di guerra nemica, imbrigliato in una divisa tra il fango, il sudore ed il sangue, potrà dirsi Libero. Chi si professa individualista dev’essere forte, quanto è proprio nella sforzo di lottare che manifesta la propria Volontà. L’Anarcha , individuo illuminato, nel suo diabolico voler concorrere a nuova divinità non vuol più esser schiavo nemmeno di sè stesso. E da qui, il passo che lo conduce  all’ascetismo ed alla santità è breve. “ L’ora et Labora” del frati benedettini, paradossalmente, non è poi così distante dall’Anarcha che ha fatto l’imporsi della sua  forza di volontà il proprio pane quotidiano. Di fatto, il Ribelle illustrato nei dialoghi de “ Manuale del piccolo individualista”, scritto da Hans Ryner, rifacendosi al manuale di Epitteto, è una sorta di saggio stoico benedetto dall’atarassia.



L’Anarchia come prassi d’indagine

Per terminare, resta l’ultimo ambito in cui si manifesta la parola “ Anarchia” da analizzare. Dopo aver visto che l’Anarchia esteriore si può ridurre  a democrazia sbriciolata o in Monarchia Illuminata, ora snoccioleremo in breve l’Anarchia intesa come approccio gnoseologico.
L'epistemologia anarchica escogitata da Feyerabend  evidenzia il carattere irrazionale, caotico,  non lineare, dello sviluppo scientifico. Essa è, di fatto, un’alternativa al dogmatismo del razionalismo. 
 Ed è qui che l’Anarchia, intesa come Modus operandi,  assurge a Caos totale, imprevedibilità e confusione.
In politica e nell’animo l’Acraziaa richiede la più ferrea autodisciplina ed una forza di volontà che non transige sugli errori e sulle mancanze. Sul piano epistemico essa esplode in una migliarde di direzioni diverse senza poter essere né domata né controllata. Bestiale, potente ed imprevedibile l’Anarchia intesa come approccio conoscitivo è quell’assenza progetti prestabiliti che vanifica ogni teoria delle probabilità ed ogni razionale previsione del causa-effetto. L’Anarchia  come metodo operativo, che si rifà alla teoria del caos ed all’imprevedibilità dei sistemi complessi è in uso anche presso ai manager dei rischio aziendali che devono avere un’approccio che non sia unilaterale col mercato.

 Il saggio di Feyerabend , trattante di scienza, illustra come le scoperte chimiche o le grandi invenzioni avvengano per caso, senza che possano essere predette. Infatti, la pennicilina, lo champagne e persino il viagra sono prodotti che hanno visto la luce...in seguito ad un errore , senza che fosse stato minimamente possibile prevederle. Nassim Taleb, filosofo contemporaneo e best-seller di fama mondiale, ne “ Il Cigno Nero- Come l’improbabile governa la nostra vita” si fa’eccellente portavoce di quest’anarchismo metodologico, le cui radici caotiche e disordinate suggon linfa dal Big Bang stesso. Senza che venga mai nominata l’ Anarchia si libra con tutta la sua crudele potenza nell’”Arte della Guerra di Boyd” di Osinga, dove è spiegato come nei conflitti armati di quarta generazione non vi sia strategia razionale che regga. Quindi, anche per vincere le guerre, a detta dei moderni strateghi, con gran dolore di Machiavelli, non resta che affidarsi al caso.

L’Anarchia al giorno d’oggi
Oggi l’Anarchia viene continuamente offesa da coloro che le danno una connotazione politica. Essa infatti non dovrebbe essere né di destra né di sinistra, quindi, professarsi politicamente come “ Anarchici anti-fascisti” è un prendere una posizione che inevitabilmente crea delle scissioni e dei fronti in un movimento che dovrebbe essere unitario.
L’anarchia rifiutando di base le sovrastrutture teoriche ha le sue basi non nelle inutili elucubrazioni politiche, bensì nell’antropologia. 

L’Anarchico è per principio nemico a tutte quelle cose innaturali e fittizie che avvelenano le radici primordiali dell’uomo, quindi non può tollerare le farneticazione riguardanti l'obbligo morale di accanirsi ad ad amare tutti per forza, incondizionatamente. La solidarietà tra animali di uno stesso branco è naturale, finchè non degenera in debolezza e sottomissione o , peggio, in estinzione.

Ritorno al Principio Primo
L’Anarcha è giunto ad un livello tale di autoconsapevolezza che può permettersi di retrocedere nell’evoluzione, di tornar selvaggio e  cavernicolo, in virtù della ricerca delle proprie origini. L'Anima libera infatti riesuma quei concetti ancestrali che caratterizzano l’uomo identitario: Aborrisce i decenni  d’ammaestramento che hanno manipolato le ideologie dei popoli, ed , oramai   libero dalla sovrastruttura della cultura, s'appella alla tradizione ed al paganesimo del nido in cui è cresciuto. L’Anarchico compie il ritorno all’Archè, al principio primo, stando così sicuro star facendo il giusto.

Il saggio che ha scelto di sublimarsi in animale è amico della Natura e la rispetta, portando onore alla famiglia, al suo territorio e difendendo i suoi confini dalle tribù nemiche .
Il waldergäng non  è né di destra né di sinistra perchè è libero dall’eredità della storia, dalla morale e dalle mode. S’aggrappa a due principi fondamentali legati alla Madre Terra, ossia il Sangue ed il Suolo. A prescindere dall’era in cui vive, dalle inclinazioni della società e dal giudizio degli altri il Ribelle è fiero di essere anacronistico. Consacra la sua esistenza  a lottare per quelle cose perfettamente naturali che ci caratterizzano come specie.  Essendo degli animali bipedi, noi uomini, siamo  portati a riprodurci con gente etnicamente simile a noi.  La natura ci ha fatti semplici ed abbiamo poche pretese basilari: Noi vogliamo mangiare, dormire, riprodurci, farci una famiglia, difendere i nostri cuccioli e la nostra proprietà privata. Tutte le cose che si frappongono tra l’uomo e l’istinto, come il credere che sia sbagliato ammazzare un pedofilo, sono nemiche dell’Anarchico. I matrimoni omosessuali ed il meticciato sono cose molto alla moda e molto fotogeniche, ma non facciamo finta che siano in sintonia con Madre Natura. Il rifiutarsi di riconoscere l’innaturalezza di certi artifici creati dalla società globalizzata è pura ipocrisia.

A causa dell’insensato declamarsi antifascisti di sempre più gruppi “anarchici” in seguito alle guerre,  nel 1990 gli anarchici “tradizionalisti”  hanno dovuto coniare il termine nazional-anarchismo per potersi distinguere.  Gli anarchici ibridati col comunismo e così sviliti hanno creato la frattura tra militanti “ di destra” e di “ sinistra”. In realtà la base dell’anarchia , stando nell'antropologia, è assai semplice e non ha bisogno di bandiere politiche: La sua forza sta  tutta nell'aver come unico dogma lo sviluppo armonico della Natura.

Se siete interessati alla Libertà, quella vera, che ha le sue radici nel primitivismo e  nella naturalezza, badate a non scambiarla però col libertinaggio: Esso, tra vestiti sporchi, droghe, musiche disarmoniche, notti in bianco, lozzurie, alcool, fumo,  sentimenti di filantropia disordinati  ed indisciplina ci rovina, facendoci venir meno all’atavico concetto di “conservazione della specie”.